The Musketeers Stories

    Smilies
    1. La lettera mai consegnata.

      2017 – Archivi del Louvre.

      Angélique stava riordinando l’archivio come suo solito quando da uno degli antichi volumi che narravano la storia della famiglia reale cadde un foglio piegato in due che recava lo stemma dei Borbone: Lo fissò per qualche secondo sorpresa poi lo raccolse.
      Stava per riporlo al suo posto ma si frenò improvvisamente.

      Trascorse un lasso di tempo piuttosto lungo nella quale continuò a guardare quel pezzo di carta che teneva tra le mani e mille pensieri si accavallarono nella sua testa.
      Non sapeva se aprire quella lettera e leggerla, se farla recapitare a uno degli esperti in storia che facevano da guida ai turisti, o se rimetterla nell’archivio come se nulla fosse, mossa che nella sua mente sembrava essere la più indicata, ma la curiosità risultava più grande della ragione.

      Passò circa una decina di minuti interrogandosi sul da farsi ... A un tratto fece un gran respiro e con un gesto rapido e deciso ruppe il sigillo.
      La missiva, se fosse stata autentica, era stata scritta da Luigi XIII in persona e avrebbe dovuto essere consegnata al Principe non appena fosse stato abbastanza grande per poter capire la realtà del mondo che lo circondava.


      Stette in piedi al centro dell’ufficio per un tempo indefinito domandandosi più volte se quella missiva fosse un falso o se davvero Luigi XIII in punto di morte avesse voluto lasciare un messaggio al figlio. Tuttavia non voleva temporeggiare troppo pensando all’attendibilità di quel documento, o se il Delfino avesse mai avuto modo di leggere le parole lasciatogli dal padre, anche se, considerando che il sigillo era rimasto intatto fino a quel momento probabilmente non fu così:



      ’Mio caro e adorato figlio.

      In questi quasi cinque anni abbiamo passato molto tempo insieme, nonostante per qualcuno sembri poco.
      Malgrado i miei impegni come Sovrano di questo regno mi sono voluto ritagliare più spazio possibile da dedicarti, questo anche perché purtroppo, il destino pare non voler concedermi una chance ulteriore’


      Angélique fece una pausa, benché fossero le prime righe un nodo alla gola le stava proibendo di respirare.
      Pochi istanti dopo, giusto il tempo di far prendere aria ai polmoni, riprese la lettura:

      ...

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    2. Una notte di pensieri

      By Veronica Consonni D'Artagnan il 31 Oct. 2022
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      I lampi rischiaravano a giorno quella che sembrava dover essere una lunga notte.
      Athos sedeva sul letto fissando un punto nel vuoto. Si teneva la testa tra le mani, cercando di scacciare le pene che si erano insinuate nella mente e nel cuore. La morte di Thomas, e la conseguente condanna a morte di Anne, erano ancora suoi compagni di vita nonostante fosse passato tanto tempo.
      Fortunatamente non c'erano solo questi pensieri, ma anche qualcosa che lo rallegrava, tra tutti spiccavano quelli sulla decisione di diventare moschettiere, l'incontro con Aramis e Porthos; e ancora l'arrivo di D'Artagnan.
      Questo fra tutti era quello a cui sembrava tenere di più, il giovane era riuscito a colmare il vuoto lasciato da Thomas ... Nonostante questo bel pensiero però c'era altro che lo tormentava.
      Qualche settimana prima, in una delle missioni che lui e gli altri dovettero affrontare si trovò costretto a far ritorno a Pinon.
      Il fatto di essere tornato in quel villaggio, di aver rimesso piede in quella casa gli diedero l'impressione che Anne fosse lì.
      "È frutto della mia fantasia!" Si disse.
      Qualche ora dopo però, le sue sensazioni si tramutarono in realtà ... "il fantasma" di Anne era improvvisamente piombato, o meglio, ripiombato, nella sua vita intenzionato a porre fine a ogni ricordo vissuto.
      Quando si trovarono faccia a faccia per lei fu una benedizione.
      Credeva di poter porre fine ai suoi tormenti bruciando quella casa, ma mai avrebbe immaginato che potesse togliere di mezzo anche il suo sposo che tanto dolore le aveva provocato con le sue scelte.
      Il destino però per il moschettiere aveva in serbo una sorte diversa, aveva deciso che quello non era il momento giusto per morire, che il suo giovane amico sarebbe divenuto il suo angelo custode.
      Un angelo custode con un grande peso nel cuore.
      Un segreto che nella stessa nottata teneva sveglio anche lui.
      Quando salvò Athos riconobbe la donna che quest'ultimo descrisse come sua moglie.
      Gli parve di aver riconosciuto il suo volto, un volto difficile da dimenticare, inoltre la donna indossava lo stesso abito di quando si incontrarono nella locanda poco fuori Parigi.
      Era lei, la donna con cui aveva passato una sola, innocente notte di passione, non immaginando chi essa potesse essere.
      Non riusciva a darsi pace, avrebbe tanto voluto raccontare all'amico la verità, ma la paura che così facendo la fiducia reciproca tra i due venisse compromessa per sempre lo bloccava.
      Athos era più che un amico per lui, non si sarebbe mai perdonato se avesse distrutto quel rapporto.

      Edited by Veronica Consonni D'Artagnan - 28/4/2023, 20:33
    3. La verità prima o poi emerge!
      Ultimo racconto (non contemplato all'inizio) per concludere i racconti brevi.

      Le giornate passavano a volte freneticamente altre volte, invece, erano molto lente e tranquille, sempre che si possa definire tranquilla una giornata passata ad ascoltare le continue lamentele di quel “bimbo petulante” che rispondeva al nome di Luigi XIII.
      Era proprio in quelle giornate che D’Artagnan, che nel frattempo era diventato moschettiere a tutti gli effetti, continuava a tormentarsi per i sensi di colpa per non aver ancora rivelato ad Athos che lui e Milady erano stati amanti.
      Tentava in tutti i modi di tener nascosto questo segreto ma Athos sospettava che il suo giovane amico avesse qualcosa che lo turbava, perché come gli aveva detto due notti prima che quest’ultimo entrasse a far parte del reggimento: “noi due siamo più simili di quanto credi!”
      Aveva ragione, lui e D’Artagnan erano più simili di quanto il giovane credesse.
      Avevano lo stesso fuoco che ardeva dentro di loro quando erano di fronte a un nemico, combattevano per gli stessi ideali, e ora “condividevano la stessa donna”, anche se Athos non ne era del tutto al corrente.
      Doveva saperlo, Athos aveva il diritto di sapere la verità, ma come fare a dirgliela? Non era certo facile andare da lui e dirgli: “Sai Athos, io e tua moglie abbiamo passato una notte insieme”.
      No, non si poteva proprio fare, doveva inventarsi qualcosa, ma ogni idea che gli veniva in mente era di certo la meno opportuna, la loro amicizia avrebbe rischiato di essere rovinata per sempre.
      Allora che fare? La possibilità gli si fece più vicina quando in una delle loro missioni contro i sotterfugi di Richelieu. Anche questa volta oltre che la sua sete di potere la causa fu l’ennesimo capriccio di Luigi. Questa volta il suo intento prevedeva di uccidere la Regina, che lui aveva sempre considerato una spia della Spagna, e gli stessi moschettieri.
      Piano che come sempre era stato scoperto e magnificamente mandato a monte dai quattro non senza difficoltà.
      Fu proprio in quell’occasione che Athos scoprì che Anne era la spia del Cardinale.
      Athos volle parlare con Aramis, Porthos e Treville, lasciando inspiegabilmente D’Artagnan allo scuro, almeno in quel momento.
      Non scese troppo nei dettagli, non rivelò ai suoi amici che la spia di Richelieu era sua moglie, non subito, ma disse loro che aveva un piano per smascherarla.
      Gli altri non provarono nemmeno a chiedere come facesse a conoscerla, avevano capito dal suo sguardo che non avrebbe mai parlato, o almeno così credevano.
      A sorpresa però, dopo aver esposto il suo piano, Athos disse loro che la donna che faceva da spia a Richelieu era sua moglie.
      Aramis e Porthos rimasero attoniti, era una rivelazione che non si sarebbero mai aspettati.
      Sapevano la storia di Athos e credevano che la donna fosse morta, esattamente come gli era stato raccontato anni prima dallo stesso Athos.
      Treville al contrario non sembrava affatto sorpreso, ed era del tutto normale poiché quando il conte De La Fère arrivò a Parigi aveva raccontato ogni ...

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    4. Il primo incontro con Aramis e Porthos e l'arrivo di D'Artagnan

      By Veronica Consonni D'Artagnan il 31 Oct. 2022
      0 Comments   8 Views
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      Arrivato a Parigi da poche ore aveva mille dubbi per la testa ma non poteva più tornare indietro.
      Indossava i vestiti di Remì e aveva il cappello calato sugli occhi, questo gli permise di non essere riconosciuto, così almeno sperava, considerando quanto la sua famiglia era conosciuta in città.
      Scese da cavallo e fece qualche passo.
      Avvicinandosi a una bancarella chiese carote e acqua per il suo cavallo, che doveva rimettersi dopo il lungo viaggio.
      Comprò qualcosa anche per sé dato che, come l'animale, non mangiava e beveva da due giorni.
      Dopo di che riprese il cammino: Alla ricerca di un alloggio come prima cosa e verso la guarnigione poi.
      Girò per circa mezz'ora prima di trovare l'appartamento che faceva per lui.
      Un appartamento lontano da occhi indiscreti, non eccessivamente sfarzoso anche se nel centro della capitale.
      Una volta sistemate le poche cose che si era portato uscì e si diresse alla sua seconda meta.
      Era certo che Treville l'avrebbe accolto come un figlio, d'altronde lo conosceva avendolo visto più volte a Palazzo quando da bambino insieme al padre raggiungeva Parigi.
      Stava camminando, quando improvvisamente successe un fatto un po' strano: Gli si avvicinò un ragazzo che gli rubò il borsello.
      Rimase impassibile di fronte a quel fatto, i soldi per lui non erano un problema.
      Se lui non ebbe reazione alcuna due uomini cominciarono a inseguire il ladro ... Questi erano Porthos e Aramis, due moschettieri.
      Chiese loro di lasciar perdere tutta la faccenda, gli parve che il ragazzo avesse più bisogno di lui del denaro.
      I due soldati lo guardarono un po' straniti, non capivano come un mendicante, questo era quello che credevano fosse, potesse non necessitare di soldi.
      Athos sorrise di quell'affermazione, cosa rara per lui che non esternava facilmente le emozioni, ma ribadì di lasciar andare il giovane.
      Successivamente a quell'episodio gli uomini presero ognuno la propria strada.
      Passarono pochi istanti e i tre si ritrovarono davanti al portico d'ingresso della guarnigione.
      Aramis e Porthos lo guardarono dubbiosi mentre Athos rimase, come sempre, impassibile.
      Entrarono in contemporanea nel cortile.
      Il duo si fermò all'aperto, mentre il conte prese le scale che portavano all'ufficio di Treville.
      Parlò col capitano per un'ora, dopo di che tornò in cortile dove si presentò agli altri due.
      Ora era uno di loro.
      Dopo poco più di *tre anni al trio si aggiunse un giovane proveniente dalla Guascogna.

      *ho messo un lasso di tempo tra quando Athos diventa moschettiere, a quando arriva D'Artagnan, ma non prendetelo troppo per vero, ho cercato di farmi due calcoli e mi è sembrato un periodo abbastanza giusto, ma ripeto, non avendone certezza potrei aver preso una cantonata :).

      ...

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    5. DUE ASSASSINII
      Primo racconto breve partecipante al contest di Racconti brevi seconda edizione.

      By Veronica Consonni D'Artagnan il 31 Oct. 2022
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      La servitù l’aveva trovata nella stanza da letto con un pugnale insanguinato tra le mani, anch'esse sporche di sangue accanto al corpo inerme, del secondogenito dei conti De La Fère.
      Trovandosi davanti quella scena non persero tempo e chiamarono i loro padroni.
      Catherine vista l'evidenza e considerato che non aveva mai tollerato la presenza di Anne, fece pressioni affinché Athos prendesse posizione e facesse scontare la giusta pena alla moglie.
      Era una bugiarda, l'aveva ingannato pur di farsi sposare nascondendogli il fatto di essere una ladra. Ora gli aveva ucciso il fratello ... Quale altra prova voleva il Conte per liberarsi di lei?
      Pur amandola Athos non poteva negare l'ovvietà dei fatti, non poteva fingere che nulla fosse successo Anne aveva commesso un atto gravissimo perché potesse essere perdonata quindi si vide costretto a condannarla.
      Ella provò a giustificarsi dicendo che era stata costretta a farlo, che si era trattato di un gesto istintivo poiché l'uomo le aveva fatto avance troppo poco velate e che se non l'avesse fermato avrebbe abusato di lei ... Non era sua intenzione arrivare a tanto, insistette, ma le sue parole si persero nell'aria.
      A quei tempi, l'unico castigo che si infliggeva a chi si fosse macchiato di un crimine così efferato era uno e solo uno ... La pena capitale.
      Vi erano svariati metodi, la sorte che scelse per la sua amata fu l'impiccagione.
      Una morte che avrebbe punito l'azione da lei compiuta ma al contempo non la costringesse a una lunga agonia. Giunto il momento dell'esecuzione tentò di rimanere freddo e distaccato ma vederla morire davanti ai suoi occhi era per lui davvero straziante.
      Quando il carretto venne spostato da sotto i piedi della donna lui si voltò. Non riuscì ad assistere alla scena, il dolore che gli procurarono i fatti accaduti gli stava lacerando il cuore. Il vuoto che sentiva dentro di sé era così pesante da sopportare che successivamente a quegli avvenimenti pensò di abbandonare Pinon, restare non l'avrebbe certo aiutato.
      Suo fratello era stato ucciso, lui stesso aveva fatto uccidere la sua amata, gli restava solo quella dimora da dividere Catherine che per quanto le volesse bene, per lui altro non era che la sposa di Thomas.
      Decise di andare a vivere a Parigi, doveva cambiare vita altrimenti non avrebbe mai lenito la sua sofferenza.
      Da quel momento si fece chiamare semplicemente Athos da chiunque lo incontrasse.
      Seguiti: Il primo incontro con Aramis e Porthos e l'arrivo di D'Artagnan
      Una notte di pensieri
      La verità prima o poi emerge!

      Edited by Veronica Consonni D'Artagnan - 25/2/2023, 14:15
    6. INTRODUZIONE

      By Veronica Consonni D'Artagnan il 25 June 2021
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      In questo blog verranno pubblicate principalmente fan fiction. Avranno tutte un unico comune denominatore, ossia, saranno dedicate alla serie BBC The Musketeers, in particolare vi posterò molte delle storie che ho già scritto su The Musketeers Italy, per quanto riguarda quelle che ho scritto per i contest posterò le versioni fuori contest che altro non sono che le storie dei contest (o seguiti) alla quale ho aggiunto dei particolari in più, salvo alcune eccezioni



      Edited by Veronica Consonni D'Artagnan - 1/3/2023, 14:07
    7. Fantasmi
      parte 1

      Fantasmi


      Dopo aver analizzato ogni piatto del banchetto a palazzo, fatto domande al cuoco di corte su chi avesse mangiato cosa tornarono al loro quartier generale per riflettere.

      Passarono ore a spremersi le meningi, eppure non riuscivano a trovare una spiegazione allo stato in cui Louis e alcuni commensali erano caduti dopo quella cena.

      “Com’è possibile che solo alcuni di loro abbiano avuto allucinazioni mentre altri no?” Continuavano a interrogarsi Athos e gli altri tre suoi compagni ... Era strano soprattutto perché prima di portare a tavola ogni piatto c’era sempre qualcuno che assaggiava ciò che veniva cucinato e quella persona non aveva accusato alcun problema.



      A tarda sera Constance, che aveva passato tutto il giorno a Palazzo assicurandosi che nessuno potesse inquinare eventuali prove, si rivolse a una delle dame della Regina domandandole se per cortesia le poteva dare il cambio assicurandole che sarebbe tornata presto, che non l’avrebbe lasciata sola in quella gabbia di matti, ma voleva andare a informarsi sulle novità relative a quella situazione: Tornata nella sua stanza, e presa una mantella per proteggersi dal freddo e dalla pioggia, uscì e si diresse verso la scalinata che portava al portone che dava sul grande cortile del Palazzo, andò poi da uno stalliere e gli chiese di accompagnarla dai moschettieri.

      “Allora ragazzi, trovato qualcosa di sospetto?” Chiese.
      “No, per ora brancoliamo nel buio” Le rispose D’Artagnan.
      La replica dell’amato non la consolò affatto, non era tranquilla, quelle allucinazioni avrebbero potuto portare qualcuno dei cortigiani a fare del male ad altri, così come a sé stessi.

      Era ormai tardi e di sicuro rimanendo in ufficio non sarebbero riusciti a trovare la soluzione che cercavano, decisero quindi di dormirci su e l’indomani avrebbero ricominciato i loro ragionamenti, tornando anche a fare domande a Corte.
      D’Artagan riaccompagnò Constance a Palazzo, distava solo pochi metri dalla Guarnigione ma non era prudente affidarla solo al cocchiere di corte, mentre gli altri si ritiravano nei loro alloggi.
      Una volta arrivati, poco prima che la donna rientrasse, D’Artagnan la fermò: “Se vedi o senti qualcosa di sospetto sai cosa fare”.

      “Correrò subito a riferirvi, sta’ tranquillo, voglio vederci chiaro anch’io in questa storia”.

      Constance stava per rientrare quando … “Che ne dici se ti accompagno fino ai tuoi appartamenti?” Propose lui.
      Lei si girò e gli sorrise: “Sono al sicuro qui, dovresti saperlo”.

      “Lo so: Ma vedi mia cara, la prudenza non è mai troppa e con quello che è successo preferisco non correre rischi”.
      Il ragionamento di D’Artagnan non era così poi tanto insensato, c’era in giro qualcuno che aveva letteralmente drogato parte dei cortigiani, chissà quali altre intenzioni poteva avere. Così, senza pensarci troppo, il moschettiere scortò la sua dama alle sue stanz...

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    8. La vera storia di Lucien




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      Era una giornata come un’altra al villaggio.

      Uno strano villaggio si potrebbe dire, abitato solo ed esclusivamente da donne, fatta eccezione per la presenza Lucien.
      Spesso si era ritrovato a domandarsi il perché di quella situazione: Un quesito del tutto lecito, al suo posto chiunque se lo sarebbe chiesto.

      Quel giorno si era svegliato di buon umore e con la voglia di darsi da fare, ignaro di quello che sarebbe accaduto di lì a poco.
      Come succedeva sempre anche quella volta si era proposto di andare a raccogliere legna per il fuoco e di cacciare: Qualcuno però lo aveva anticipato.
      Juliette si era destata alle prime luci dell’alba ed era andata anch’ella a procacciare legna e cibo per il resto della comunità: Non sapendo che Juliette aveva avuto la stessa idea si addentrò nella foresta.
      D’un tratto la incontrò …
      Come aveva previsto anche quella mattina l’incontro tra loro non fu dei più amichevoli.
      Appena si accorse della presenza di Lucien la donna si allontanò senza nemmeno salutarlo o degnarlo di ulteriori sguardi, e nel caso in cui fosse successo le sue occhiate sarebbero state dure, quasi severe, come se Lucien per lei fosse un peso.
      Passarono un paio di ore a cacciare: Nonostante la donna non lo sopportasse non fece nulla per far sì che Lucien tornasse indietro, quando si trattava di procurarsi il pasto per la giornata e legna per cucinare e scaldarsi nelle nottate più fredde la presenza del giovane era tollerabile.

      Una volta tornati al villaggio il gelo tra loro calò ancor di più, come d’altronde accadeva ogni giorno.
      Lucien a quel punto si avvicinò a lei e le chiese perché era sempre stata così dura con lui, in tutta risposta Juliette gli disse che era molto meglio se non fosse mai venuto a saperlo, la verità l’avrebbe di sicuro distrutto.

      Il giovane era testardo e sarebbe certamente andato in fondo a quella storia, doveva scoprire perché quella donna alla quale sentiva di essere legato in modo speciale anche se inspiegabile, fosse così tanto in collera con lui.
      Therese allora decise di intervenire, Lucien ormai aveva l’età per capire e sapere come stavano le cose.
      Juliette non era d’accordo, se Lucien avesse scoperto che lei era sua madre non osava immaginare cosa sarebbe potuto accadere. Si era sempre chiesto perché lei fosse così scostante nei suoi confronti è vero, ma avevano sempre trovato un accordo per la reciproca convivenza, perché rovinare tutto confessandogli la verità?

      Therese continuava a insistere, non potevano andare avanti così, presto o tardi Lucien l’avrebbe scoperto ed era meglio se a dirglielo fosse stata una di loro.

      Una volta aver detto a Juliette che aveva intenzione di raccontare tutto a Lucien lo chiamò nella sua baracca dicendogli che aveva una cosa importante da riferirgli...

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    9. "L'amore riscalda ogni cosa”

      "L'amore riscalda ogni cosa”



      La neve scendeva soffice e lieve.
      La giovane donna la fissava sperando nel ritorno del suo bel moschettiere.
      Passarono ore, passarono minuti e i pensieri nella sua mente erano sempre più confusi.
      Credeva che non l’avrebbe più rivisto, ma qualcuno bussò alla sua porta e lei si trovò in piedi in un guizzo.
      Andò ad aprire sentendosi morire, non credeva a quel che vedeva, lui era li e le sorrideva.
      Lo fece entrare e davanti al camino accomodare, permettendogli così di potersi riscaldare.
      Mentre lui finalmente poté riposare, lei andò a cucinare.
      Quando la cena fu pronta si sedettero, ma invece di mangiare a guardarsi stettero.
      Passarono le ore, i due innamorati ritrovarono la passione di sempre.
      Quella sera il freddo pungeva, e il moschettiere al suo petto per scaldarla la teneva.